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salmo lxxxi. 159

     Di puro fior di grano,
     Di dolce mel montano
     Gli avrei sazi e nudriti.


SALMO LXXXII.

1          Dio, nel sagrato suo Concilio eletto,
     Fra’ prencipi e rettori,
     Siede in sovrani onori,
     Temperando a ciascun giudizio retto.
2          Ma voi, prenzi mortali; infin a quando
     Falsa ragion terrete,
     E ne’ voti darete
     Al diritto, in favor degli empi, bando?
3          De l’orfanello e del meschin la lite
     Bilanciate in drittura:
     E l’innocenza pura
     Del poveretto sempre favorite.
4          A l’afflitto dolente e bisognoso
     Date scampo e riscossa:
     Salvatel da la possa,
     E man crudel de l’empio ingiurioso.
5          Ma che val l’ammonir? senno non hanno,
     Nè la ragion per duce:
     Caminan senza luce:
     Del paese i pilastri il crollo danno.
6          Egli è ben ver, che ’n gloria e maestate
     Del Sovran la sembianza,
     Come sua figliolanza,
     E ’l nome ancor fra gli uomini portate.
7          Ma pur sarete preda de la morte,
     Come ogni altro uom vulgare:
     Nè potrete scampare
     De’ prenzi e re nel traboccar la sorte.