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salmo lxxx. 157

     O Dio di stuoli armati
     Sollevaci e ristora:
     Tosto sarem salvati,
     Chè del tuo volto spunterà l’aurora.


SALMO LXXXI.

1          In lieti canti e suoni
     Ciascun le lodi intuoni
     Di Dio, nostra fortezza.
     Scoppin, fin a le stelle
     A lo Dio d’Israelle,
     Le voci d’allegrezza.
2          A salmeggiar prendete,
     Nè restin cetre chete,
     Nè timpani e salteri.
     Nè le feste rimbombe
     Canoro suon di trombe,
     De’ mesi a’ dì premieri.
3          Tal cosa fu mandata
     Per legge a Iacob data.
     Da l’eterno suo Dio.
     A Iosef la fe’ sapere,
     Quando con piaghe fiere
     Contra l’Egitto uscìo.
4          E fur le dive note
     A noi dinanzi ignote
     De la sua legge intese.
     Ei disse: I’ t’ho riscosso
     La man da l’opra e ’l dosso
     Dal fascio che l’offese.
5          Ne’ tuo’ travagli e guai
     A me spargendo i lai,
     Ti diedi aita e scampo: