Per condurla in trionfo in suolo strano.
Del popol suo fe’ strage sanguinosa:
E ne la sua già cara ereditade
Iraconda sfogò severitade. 32 Di guerra divorò fiamma funesta
De la sua scelta gioventute il fiore.
Restar fanciulle senza carmi o festa,
Od alcun altro nuzial onore.
Cadder trafitti i sacerdoti santi,
Le vedove affrenar lagrime e pianti. 33 Ma ’l Signor si destò dal sonno fiso,
Qual s’oppresso dal vin forte guerriero
Si riscote talor sclama improviso.
E per eterno scherno e vitupero,
Ei da tergo percosse i suo’ ribelli,
Di piaghe infami e sordidi flagelli. 34 E quindi avendo di Iosef a schivo
L’antica stanza e d’Efraim la gente
Non degnando onorar del seggio divo,
Solo Iuda s’elesse, e caramente
La negletta dinanzi amò Sione,
U’ volle stabilir la sua magione. 35 E quivi ancor del venerando Tempio,
Qual d’eccelso palazzo alzò la mole:
Che de la terra l’agguagliato esempio,
In perpetuo restar immota vuole.
E ’l servo suo fedel David s’elesse,
Tolto da’ greggi ch’egli innanzi resse. 36 Di dietro a pregne ed a lattanti agnelle,
Egli del popol suo lo fè rettore:
E lo condusse a pascer Israelle
Retaggio suo: ed egli, con dritto core,
Lo governò, e d’esso fu scorta destra,
Per lo valor de la sua saggia destra.