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salmo lxxi. 133

     Oltraggi farmi e danni,
     La vergogna gli appanni
     La scellerata faccia.
7          Ma per me senza fine
     La spene in te vo’ porre,
     E altre lodi divine
     A quelle antiche apporre:
     Vantando i pregi augusti
     De’ tuoi gran fatti giusti:
     E de la tua salute
     L’ammirande maniere,
     Che d’ogni mio savere
     Trapassan la virtute.
8          Del Signor le prodezze
     A lodar voglio entrare,
     E le sovrane altezze
     De le giustizie chiare
     Di te, c’hai sol oprato.
     Tu dottor mi sei stato
     Da l’età giovenile:
     Ed io, di voglie pronte,
     Tue meraviglie conte
     Ebbi di far lo stile.
9          Dunque non ritrarre ora
     Da me canuto e stanco,
     La man che m’avvalora,
     E mi sostiene il fianco.
     Fin ch’a l’età presente
     Fatti abbia chiaramente
     Gli alti tuoi gesti noti:
     E data conoscenza
     De la tua gran potenza
     A’ lor figli e nipoti.
10          Fin’ a l’eteree spere
     La tua giustizia sale:
     Tu festi prove altere.