5 Le bestemmie e’ dispetti
Gli empi in me sfogan, ch’avean entro al core,
Gonfio di rabbia, contra te concetti.
In digiuno e dolore
E pianto affliggo l’alma e notte e giorno:
N’altro me ne rivien che beffa e scorno:
Rozzo cilicio fummi per vestito,
Ma d’agro motteggiar ne fui schernito. 6 Di me, per cerchi e piazze,
Favellan oziosi i senatori:
Ne fanno loro cantilene pazze
Del vino i bevitori.
Pur porgo a te, Signor, le mie preghiere,
Che tempo v’è di grazia e buon volere.
Dammi risposta per la tua bontade,
Ed a salvar costante veritade. 7 Fuori del fango m’erga
La destra tua, che dentro non v’affonde.
Dagli odj lor fa che scampi ed emerga
Da queste acque profonde.
Nè ’n giù m’abissi rapida corrente,
Nè mi tranghiotta alto gorgo repente:
Sì che giacendo in bassi chiostri oscuri,
Sopra me il pozzo la sua gola turi. 8 A me l’orecchio inchina,
Tu, che d’alma pietà possiedi i vanti.
Ver me rivolga tua mercè divina
I suo’ riguardi santi.
N’al tuo servo celar la cara fronte,
A me, distretto, dà risposte pronte:
A l’alma mia t’accosta e la riscoti,
E fa gli ostili andar furori voti. 9 Ben t’è l’obbrobrio ed onta
Che fatta m’è tuttor da mie’ nemici
Ispietati, Signor, palese e conta.
Lor voci schernitrici