Non bada il pensier vostro
In terra a bilanciar ingiurie e danni? 3 D’ogni bene alieni
Furo questi empi: e’ falsi traditori
A Dio voltâr le reni,
Anzi ch’uscir de la matrice fuori. 4 Qual d’angue velenoso,
Ferve tosco mortal dentro a’ lor petti.
Sembran aspe scaglioso,
Ch’ambo gli orecchi suol turarsi stretti. 5 Perchè schivi d’udire
Di scaltro incantator magiche note,
Qualor, con voci dire,
Gli lega i sensi e lo raggira e scote. 6 O Dio, trita e divelli
I denti in bocca a questi mie’ contrari,
A’ fieri leoncelli
Fiacca di sangue i lordi mascellari. 7 Qual acqua sparsa in piano
Struggi e fa dileguar la lor virtute:
E perchè l’arco in vano
Tendano, mozza lor saette agute. 8 Lor esser fuggitivo
Passi, qual si disfà lenta lumaca:
E come l’abortivo
Spento del ventre ne la cella opaca. 9 Anzi che vostre spine
Salgan di pruni in orride foreste,
Fiamma d’ire divine,
Tosto che nate fien, l’arda e tempeste. 10 Di tai vendette chiare
Faranno i giusti festa trionfante:
E si vedran tuffare
Ne l’empio sangue le vittrici piante. 11 E le genti diranno,
Al giusto è pur riposta ampia mercede: