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salmo lii. | 97 |
Con le malizie sostentando, insano,
Le mal concette imprese.
8 Per me sarò qual verdeggiante ulivo
Ne la Magion di Dio.
In eterno la fè nel favor divo
Fondo d’affetto pio.
9 Signor, lodarti i’ voglio senza fine:
Che di potenza prove,
A l’apparir di tue luci divine,
Facesti illustri e nuove.
10 Al tuo Nome terrò gli spirti intenti,
Con sofferenza e zelo.
Perch’è buon ed a’ tuoi santi e tementi,
Present’egli è dal cielo.
SALMO LIII.
1 Lo stolto il qual indura
E abbaglia un rio volere,
Nel cor, in note fiere,
Susurra, Dio non è, nulla egli cura.
Schivo, ne l’alma impura,
Del santo ver, del giusto e de l’onesto,
Pel brutto oprar nefando,
A Dio si rende infame ed esecrando.
Uom non ha più di resto
La terra al ben volonteroso e presto.
2 Dio, dal sovrano cielo,
Ambe le luci intente
In su l’umana gente
Affisò, per veder se puro zelo
Sgombrava punto il velo
D’ignoranza ad alcun: sì, ch’avveduto,
A cercar lo Dio vero
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