Più ricordate in cielo.
E ’n questa grave mia corporea mole,
Tua man paterna crie
Un dritto cor che la regga ed invie:
E lo spirto riforma in nuove stampe,
Che ’n puro zelo al ben splenda ed avvampe. 7 Non darmi eterno bando
Dal sereno chiaror del divin volto:
Nè di grazia e di vita,
A mie colpe mirando,
Mi sie lo Spirto consolante tolto.
Anzi l’alma smarrita
Di salute a gioir di nuovo invita:
E quel Spirto real, a virtù franco,
M’erga sublime e mi sostenga ’l fianco. 8 Scorto nel buon sentiero,
Dottor sarò de’ peccatori erranti
E ben esperta guida:
E col pio magistero
A te gli ridurrò chini e tremanti.
Salva me reo omicida,
E di giustizia nuova laude e fida,
Se’ labbri schiudi, se la lingua snodi,
Ti renderò con giubilanti modi. 9 Perchè tu non se’ vago
Che ’l sacro altar di brute carni fume,
Nè goccioli di sangue.
Ch’agevolmente pago
Fatto t’avrei: di pianti amari un fiume,
Un cor macero, esangue,
Che per contrizion s’affligge e langue,
Esse son l’ostie e’ sacrifizi egregi,
Ch’hanno di tuo favor gli eccelsi pregi. 10 Spandi le tue mercedi
Sopra Sion, tuo consagrato ostello:
E a ristorar le mura