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94 i salmi di david

     Che di mirarlo schiva,
     Non sie omai più da me tua faccia aversa.
     Che la nequizia prava,
     Che ’n lenti lacci tenne l’alma schiava,
     Or ben conosco, e ’l lusinghier piacere
     Sgombro mi lancia ognor occhiate fiere.
3          Te sol, Signor, offesi,
     Te del commesso error giudice vero:
     Nè val l’altrui perdono
     Di colpa sciorre i pesi,
     Nè di pena francarmi il scettro altero.
     A te, sol saggio e buono,
     In pura confession così ragiono,
     Perchè ne’ detti e ne’ giudizi santi,
     Di verace ne porti e giusto i vanti.
4          Di vizio il brutto mostro
     Guastò del nascer mio le prime forme:
     Nè sì tosto concetto
     Fui nel materno chiostro,
     Ch’ebbe il peccato in me stampate l’orme.
     Ma perchè ’l tuo diletto
     È che risegga verità nel petto,
     Nel cor m’infuse tua virtù divina
     Di sapienza spirital dottrina.
5          Ben fu, lasso, contesa
     Da me tua santa inspirazion benigna:
     Ma pur non ti sie greve,
     D’in me purgar l’impresa
     Con isopo, la macchia atra e sanguigna.
     Allor qual pura neve
     Bianco sarò: fammi placato in breve,
     Sentir di gioia e pace i dolci accenti,
     Fa le trite esultar ossa e languenti.
6          Di mercè il largo velo
     I mie’ peccati a le tue luci invole:
     Nè sien le colpe rie