5 Perch’io son pur padrone
Di quante bestie e belve
Vanno pascendo in ogni regione,
Pe’ monti e per le selve.
Noti mi son tutti i montani augei:
Ogni fiera campestre,
Fin entro ’l lor ripar selvaggio, alpestre,
Ho pronta e ’n man a tutti i cenni miei. 6 Se mi strignesse fame,
Bisogno non mi fora
Del tuo, per appagar l’accese brame,
Nè te ’l direi ancora.
Però che ’l mondo, e quant’egli contiene,
È tutto ’n mio potere.
Soglio io mangiar di bue carne, e bere
Il sangue uscito a’ becchi da le vene? 7 Presenta sacrifizio
Di lode schietta e pura:
E di voti al Sovran il sacro uffizio
Abbi di render cura.
E se ti preme aspra necessitade,
A me dirizza i prieghi:
Nè fie giammai che d’aitarti i’ nieghi,
A fin ch’esalti l’alma mia bontade. 8 Poscia, a l’empio converso,
Dirà: Perchè pur osi
Narrar le leggi mie col cor averso?
E’ mie’ patti pietosi
Recarti in bocca con profana lena?
Poichè riprovi ed odi
D’ogni correzion i lacci e’ nodi,
E gitti i detti miei dietro a la schiena. 9 S’un ladro talor vedi
A correr dietro a lui,
Pel suo stile seguir tu muovi i piedi:
Ed i conforti tui