E pur i vani lor pensier interni,
Sono d’averci a star per tempi eterni. 6 O che’ palazzi e le lor case almeno
Gli eterneran a la posteritade,
Per ciò metton lor nomi a le contrade.
Ma pur verran le lor grandezze meno:
E chi d’onor porta la testa altera
Convien che caggia e qual vil bestia pera. 7 Quel cieco error, che lor ingombra ’l petto,
Altro non è che solenne pazzia:
E pur de’ figli lor la schiatta ria
Volentier segue il disleal precetto.
Come pecore fien posti in avelli,
Sotto a’ governi de la morte felli. 8 Ma sopra loro regneranno i giusti,
Del giorno eterno ne’ beati albori.
Lo ’nferno abisserà lor pregi e onori,
Trattigli fuor de’ lor palazzi augusti.
Ma la persona mia, da l’ima fossa,
A sè Dio raccorrà salva e riscossa. 9 Dunque non ti smarrir s’alcun talora
In beni e dignità sarà cresciuto.
Perchè ’l momento del morir venuto,
Nulla egli porterà del mondo fuora.
Pur si lusinga e nel cor si diletta,
E con lodi a gioir false t’alletta. 10 Andran sotterra in chiostre tenebrose,
Dove ’l paterno stuol ebber per duce:
Ned in eterno mai vedran la luce.
Tal è la fin di chi glorie fastose
Possiede in terra, e d’intelletto scemo
Bestia rassembra nel perir estremo.