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salmo xlv. 83

     Di grazia son le tue labbra vermiglie
     Cosperse e ne distillan fonti chiari.
     E però il Dio superno
     Largo ti benedisse in sempiterno.
3          Cingiti, o prode, il tuo coltello al fianco,
     Ch’è tuo onor e gloria:
     E ottieni, col valor invitto e franco,
     Di tutte imprese tue piena vittoria.
     Per carro trionfale
     Sieti equità, clemenza e fè leale.
4          E per lo mondo ti farà vedere
     La tua destra e virtute,
     Effetti spaventosi e prove altere.
     Porti saette nel turcasso agute,
     Afin ch’a’ piè ti metti
     Le genti e fori a’ tuo’ nemici i petti.
5          Fermo ’l tuo trono, o Dio, senza fin dura;
     Lo scettro del tuo Regno
     È scettro di ragion e di drittura.
     L’empietà tu riprovi e con isdegno
     Acceso l’aborrisci:
     Ma di cor la giustizia ami e gradisci.
6          Per ciò t’unse il tuo Dio d’olio di festa,
     Sopra ogni tuo consorte.
     Altro non spira la real tua vesta,
     Quand’esci fuori de l’eburnee porte
     Di tua stanza gioiosa,
     Ch’ambra, mirra, aloè, canna odorosa.
7          Fra le tue pompe e nuziale schiera
     Sono figlie di regi:
     E ti sta la tua Sposa in seggio altera,
     Al destro fianco con monili e fregi,
     Di pellegrin lavoro,
     Tutto di fino ed isfavillante oro.
8          Vedi, fanciulla, e porgi orecchio e mente,
     Metti pur in oblio