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82 | i salmi di david |
9 Nè contr’al santo tuo giurato patto
Unque ribelli fummo o disleali.
Nè da te s’è ’l cor nostro unque ritratto,
Nè smosso il piè da’ tuoi calli reali.
Benchè tu ci abbi in fosse tenebrose
Triti, e di draghi in tane cavernose.
10 S’avessim messo in neghittoso oblio
Del Dio nostro e Signor il Nome altero:
E stese ad ottener nostro disio,
L’empie palme ad alcun nume straniero,
Non avrebbe egli pur fattone inchiesta,
Che de’ cori ha notizia manifesta?
11 Per tua cagion di noi tuttor si fanno
Stragi crudeli e sanguigni macelli.
E que’ felloni ne la stima n’hanno
Sol d’esposti a scannar miseri agnelli.
Perchè dormi, Signor, destati omai,
Nè sempre ributtarci in tanti guai.
12 Perchè ne celi il tuo volto sereno,
Nè curi l’oppression e’ strazi nostri?
Il ventre abbiam disteso in sul terreno,
Da tua mano affondati in cupi chiostri.
Sorgi, Signor, e ne scampa ed aita,
Per tua mercede eterna ed infinita.
SALMO XLV.
1 Un alto favellar mi bolle in petto:
Qual rampollante vena
I’ vò sgorgare al Re il mio bel concetto.
Spinta la lingua mia da forte lena,
Agguaglierà la mano
De lo snello a vergar carte scrivano.
2 Tu di beltà le dive meraviglie
Possiedi senza pari.