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cessiamo dal difenderci. Non era questo un atto bilaterale; era un decreto come tutti gli altri; avevamo giurato di non capitolare. Il Municipio dichiarò inoltre di non poter rispondere di quanto sarebbe avvenuto (Vedi Monitore Romano, supplemento al 3 luglio). Voi dunque, occupando Roma, non avevate garanzia nostra veruna. Ma abbandono questo terreno spinoso; signori, non voglio sembrare poco accorto.

Garibaldi era partito da qualche giorno. Al Farnese io aveva un’armeria, e nemmeno un fucile ne fu levato. Signori, se veramente avessi spinto alla sommossa, qualche grande infortunio ne sarebbe venuto; perocchè l’influenza mia era grande. Sarebbe stato deplorabile, insensato, direte voi. Sì, è vero; e per questo nol feci. E se io avessi indirizzate parole sconvenevoli ad un official francese, voi lo vedete al par di me, qualche fatto positivo ne sarebbe venuto, da lasciare incontestabili prove; o per lo meno l’officiale ne avrebbe inoltrato rapporto, e l’accusa non l’avrebbe obliato.

Per compiere questa dimostrazione, ecco quali consigli noi davamo il 3 luglio per l’ultima volta a quel popolo che ci aveva sempre religiosamente ascoltati:

REPUBBLICA ROMANA

COMMISSIONE DELLE BARRICATE

Popolo!

«Da un anno le città italiane sono bombardate e mitragliate dagli stranieri e dai re. Roma ebbe i più civili stranieri, ebbe il più sacro dei re, per