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gnava spingerla sino all’estremo. Lo fu. Ma venuto il momento, io stesso proposi all’assemblea di cessare la difesa. Ecco, signori, l’originale decreto; e fu scritto di mio pugno; e la prima firma è la mia.


REPUBBLICA ROMANA.


In nome di Dio e del Popolo


«L’Assemblea Costituente Romana cessa una difesa divenuta impossibile e sta al suo posto.

«Firmati: Enrico Cernuschi — Vincenzo CaldesiLudovico Caldesi — Bosi Federico — Vincenzo CattabeniRinaldo AndreiniGiovanni CostabiliAudinot RodolfoGrillenzoniArduiniP. Sabbatini — A. Mattioli — Vincentini».

Dopo aver udito i capi militari, l’assemblea adottò il decreto ad unanimità, meno una voce. — Qual seduta per me! Una convulsione spasmodica mi prese dopo quel voto, che aveva pur provocato io. Era il 30 giugno. — La voce contraria fu quella di Mazzini. Egli protestò. Alla sua protesta io risposi in pubblico parlamento il 2 luglio così:

«Cittadini io ebbi, il coraggio — notate la parola coraggio, signori — di proporre il decreto del 30. Noi ci siamo dapprima difesi, perchè era l’onor nostro ed il nostro vantaggio. Noi ci siamo difesi in appresso, perchè avevamo per noi il voto della Costituente francese, e più tardi il trattato Lesseps. Abbiamo perdurato nella difesa, nove giorni dopo ascese le brecce, nove giorni dopo che il nemico era in Roma, nove giorni dopo l’annuncio del 13 giugno a Parigi, per dimostrare che non