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dei morti del convento agostiniano di San Marco milanese, ma ignoravasi ciò che vi avesse raffigurato lo scalpello dell’ignoto artista 1, indicandosi solo che v’erano riprodotte alcune figure di religiosi in abito eremitano e niun cenno facendosi dello stemma inquartato che pure vi si vede.

Un altro frontale d’avello, proveniente esso pure da Milano, a cui parrebbe riferirsi il cartello colla scritta: «Anguigerae gloria gentis» posto al disopra della lastra tombale testè citata, è quello che vedesi nella parte di mezzo del finto edificio medioevale di Desio e delle dimensioni esso pure di circa due metri di larghezza per un’altezza di cen. 90 con due stemmi viscontei, aventi la biscia nella prima partizione c la croce nella seconda, disposti simmetricamente intorno ad una testa scolpita di leone.

Si potrebbe pensare che siamo qui di fronte a qualcuna delle tombe viscontee, fra cui quella della prima Beatrice d’Este, esistenti a San Francesco Grande, e la supposizione prenderebbe parvenza dalle diverse statue nello stile del trecento che sopravanzano qua e là in questo edificio di stile gotico di Desio, quali a poca distanza un simulacro di guerriero appoggiato alla spada intorno alla quale è avvolta a fitte ripiegature la cintola, e cui fa simmetria un San Francesco in umile atteggiamento, e sopra il frontale stesso in questione, tre statue delle dimensioni di novo minori del vero, raffiguranti San Pietro a sinistra, un Vescovo con pallio e lunga stola sul petto e il pastorale nella destra, e infine un guerriero a destra colla spada dalla cintola avvolta intorno alla guaina essa pure.

Manca per altro qualsiasi indicazione scritta o contrassegno alcuno per dedurre al riguardo sicure conseguenze.

Altrettanto deve dirsi pel bel frontale di sepolcro che vedesi nel basamento della torre a poca altezza da terra, scolpito con perizia ed accuratezza in marmo di Carrara e delle dimensioni consuete di m. 1.70 per un’altezza di cent. 65.

  1. Dallo stile si appalesa lo stesso Ugo da Campione cui il Gotthold Meyer ascrive il sarcofago Suardi, del 1309, già in S. Stefano di Bergamo.