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26 | Lettera Quarta |
cambiata in un flauto di soavissima melodia. Che se volgiamo noi l’occhio al midollo della sua poesia, cioè all’affetto che l’anima, qual poeta ha mai favellato in tal linguaggio, ha passionato il cuore cotanto, ha fatta sentire quella divinità, che ispira i poeti, così vivamente? Or dunque non altro rimane fuorche prenderne l’ottimo, e quel godere tra noi, riponendolo con quanto abbiano di piu eccellente la Grecia, il Lazio e l’Italia prodotto giammai. State sani.