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dendo il vero, l’ho ingannata dalla culla per ferirla nel cuore.
Fu grande ventura per ognuno che ivi fosse la vivace ed operosa Piccina, e benchè forse voi apparerete presto ad odiarla per le sue colpe, pure vi ripeto che senza di lei non so come sarebbe finita!
Ma ella sollecitamente rientrò in sè stessa e si frappose prima che Marina pensasse a rispondere, o Caleb pronunziasse altre parole.
— Vieni, vieni meco, cara Berta; dàlle il braccio, Marina. Così! eccola già più tranquilla. Perchè darti affanno per noi? proseguì l’intelligente donnetta baciandola in fronte. Andiamo, cara Berta, che il tuo buon padre ci seguirà tosto; non è vero, Caleb?
Bene davvero! Piccina appariva di cuore nobilissimo in tali cose e bisognava essere d’indurita natura per resistere alla sua dolce influenza. Allorchè ebbe condotto via il povero Caleb e la sua Berta, perchè tentassero di confortarsi l’un l’altro, ben sapendo che essi soli poteano venirne a capo, ritornò tosto briosa e fresca come la margheritina dei campi, forse più fresca, e si mise in sentinella presso la notabile e ringalluzzita matrona in cuffia e guanti ad impedire che