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ho là, rispose Piccina; la sua vicinanza mi fa parere più attempata di vent’anni almeno; che ne dice il mio Gianni?
— Anche di quaranta, rispose quegli.
— E voi, continuò Piccina ridendo, quanti anni aggiungerete a quelli di Marina? Non so dirlo ma al suo prossimo natalizio apparirà almeno di cento.
— Ah! ah! rise Tacleton, ma era una risatina secca ed a fior di labbra, e dagli sguardi pareva che avrebbe torto il collo a Piccina volontieri, se la cosa fosse stata lecita senza proprio danno.
E questa continuò a dire: Ti ricordi quando alla scuola facevamo un gran parlare dei mariti che un giorno avremmo scelti? Il mio doveva essere giovane, bello e spiritoso; ed il tuo, Marina? Poveretta me! non so se debba piangere o ridere pensando che pazzerello eravamo allora!
Marina non esitò nella scelta, il rosso le salì al viso e gli occhi le si riempirono di lagrime.
— E non erano tutte fantasie le nostre, chè noi facevamo i conti su giovani che realmente esistevano, che cosa potevamo noi sapere del volgere degli eventi? In quel tempo io non parlavo nè pensavo di Gianni,