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ella metteva a profitto quella sua inazione per contemplare mararavigliata i balocchi e le bambole, che alla lor volta fissavano lei e la bella compagnia. Danzatori d’ogni fatta e venerabili vecchi in piedi dinanzi le loro case, tutti in movimento, tutti in azione addimostravano il loro rispetto alla comitiva facendo una pausa prima del pericoloso salto come se avessero prestato orecchio alla conversazione; poi slanciandosi in modo selvaggio facevano capriole senza posa e senza fiato, quasi quella festa ispirasse loro una frenetica gioia.

Certo se que’ maliziosi vecchierelli prendevano un maligno piacere a mirare la stizza di Tacleton, potevano dirsi contenti, poichè più esso vedeva la gioia della sua fidanzata nel trovarsi in compagnia di Piccina più se ne adontava, benchè avesse immaginato egli proprio di farle trovare insieme; essendo un cagnolino stizzoso, che se vedeva ridere alcuno, tosto riteneva che si parlasse di lui burlescamente.

— Marina mia, disse Piccina, quanti cambiamenti! Nel parlare de’ beati tempi della scuola mi sento ritornata giovanetta.

— Chè, siete vecchia ora? chiese Tacleton.

— Guardate il savio e grave marito che