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giorno battendo la via che corre a destra della nostra casa e l’altro prendendo quella a sinistra; ho dovuto spiegargli tutto appuntino perchè è straniero in questi luoghi, e mi è sembrato compiacersi di tali discorsi.

Così, diss’egli, questa sera posso far la strada con voi, mentre credeva che vi toccasse di prendere dal lato opposto. È un caso fortunato; ma vi prometto di non addormentarmi più. Il fatto è che l’altra volta dormiva della grossa. Ma Piccina, a che pensi tu dunque?

— Io, Gianni? a nulla; ti ascoltavo soltanto.

— Allora sta bene, continuò l’onesto carrettiere; che vuoi? mi pareva di scorgere dal tuo sguardo che avendo chiacchierato troppo ti avessi fatto perdere il filo del discorso, che se ciò non è avvenuto io l’ho scappata bella.

Piccina non replicando nulla, si andò innanzi un bel pezzetto in silenzio, ma non era facile il tacere a lungo nel carro di Gianni Peribingle, che ognuno della via voleva dir la sua, e se non altro un semplice: come state? Era poca cosa invero, ma per rispondere degnamente a quei convenevoli non bastava il sorrisetto o l’ac-