Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 74 — |
guardarla in faccia, ma chinò gli occhi come se ella vi avesse potuto leggere le sue innocenti menzogne.
— Parlatemi dunque di lui, caro babbo, proseguì Berta; oh! sì, parlatene spesso; il suo viso è tutta benevolenza, cortesia, tenerezza; è onesto e leale, ne son certa, e quel cuore generoso che tenta di nascondere i benefizii sotto una veste rude e burbera rifulge in ogni suo sguardo.
— E lo rende più nobile, aggiunse Caleb con rassegnata desolazione.
— Sì, nobilissimo, aggiunse la cieca con animo: egli è più attempato di Marina, babbo?
— Sì, rispose Caleb esitando, un pochino, ma ciò non fa difetto.
— Oh! no, babbo, essere la sua paziente compagna nelle infermità della vecchiaia, la sua gentile assistente nelle malattie, la sua amica fedele nelle sofferenze e nel dolore; incontrar lieta ogni fatica per amor suo; vegliarlo, amarlo sempre; assidersi al suo capezzale; e se desto rivolgergli parole di conforto, se dormente pregar per lui: qual felice destino, quante occasioni per mostrargli la intensità del proprio affetto! Oh! ditemi, babbo, ch’ella farà tutto ciò!