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dosi più a lui e gettandogli le braccia al collo, ditemi alcunchè di Marina; è bella, non è vero?

— Sì, rispose Caleb, ed era vero. Per una volta tanto non dovette ricorrere alla fervida fantasia.

— I suoi capelli sono neri, proseguì Berta fatta pensierosa, più neri de’ miei; la sua voce è armonica e dolce, lo so perchè mi è caro l’ascoltarla, il suo portamento....

— Non vi è bambola in tutto il magazzino fatta meglio di lei, disse Caleb; i suoi occhi poi...

Ma s’arrestò, perchè le braccia di Berta più fortemente lo stringevano; ed egli comprese quella trepidante stretta.

Tossì, martellò per un momento e poi ricorse al mezzo che credeva infallibile, la canzone della coppa spumante.

— E il nostro amico, babbo, il nostro benefattore? non mi stanco dall’udir di lui. Ho mai trovato che ne diceste troppo? diss’ella con vivacità.

— No, certo e con ragione, rispose Caleb.

— Sì, tanta, tanta ragione! sclamò la cieca con tal fervente affetto, che Caleb, malgrado la purezza de’ suoi fini, non osò