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— Sì, l’ascolto, mormorò Caleb con lo sguardo fisso d’un sonnambulo: ma non oso credere: sarà senz’altro una delle mie solite invenzioni.
— Ecco, io desidero che la coppia Peribingle s’incontri qui con Marina Fiding, disse Tacleton, poiché sapete che debbo sposare cotesta fanciulla
— Sposarla! gridò la cieca retrocedendo.
— Costei è talmente stupida che temo non possa comprendermi, disse Tacleton a mezza voce! Vediamo, Berta, vi sarà un matrimonio, la chiesa, il curato, il sagrestano, una bella carrozza, le campane, la colezione, la focaccia della sposa, i nastri, i fiori e tutte le altre follie di uso, insomma celebreremo le nozze. Non sapete che cosa sono?
— Lo so, rispose la cieca con mesta voce, ho compreso.
— Voi? mormorò Tacleton, è più ch’io non credeva; dunque io sarò de’ vostri e condurrò meco Marina e sua madre. Invierò alcune coserelle prima di sera, un cosciotto di montone rifreddo o qualche altro intingolo. Mi aspetterete?
— Sì, ella rispose ed inchinò la testa sul petto e si rivolse altrove con le mani piegate in atto dolente.