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proprie mani ed ogni maggior cura aveva recato a lei il piccolo rosaio, sapeva che con le proprie labbra aveva asserito l’innocente menzogna per togliere dall’animo della figliuola qualsiasi sospetto delle innumerevoli privazioni che imponeva a sè giornalmente e quindi renderla più felice.
— Berta, disse Tacleton mostrando maggiore cordialità per conseguire l’intento, venite qui.
— Oh! ci verrò difilato e senza guida, dissella accostandosi.
— Volete ch’io vi dica un segreto?
— Se vi piace, rispose con premura.
E quel volto offuscato s’animò ad un tratto, mentre un dolce splendore parve circondare quel capo inchinato ad udire.
— È il giorno che quella piccola non so chi, quella testolina matta, la moglie di Peribingle infine vi fa la sua visita abituale e si toglie qui il gusto di una fantastica merenda? domandò Tacleton con un’aria d’alto dispregio.
— Sì rispose Berta, è appunto il giorno.
— Lo sapevo, disse Tacleton: ebbene vorrei essere anch’io della compagnia.
— L’udite, babbo? sclamò la cieca che pareva in estasi.