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quanti segni mi fa ora, mormorò il povero padre all’orecchio di sua figlia.

— Sempre gaio, sempre affabile con noi, sclamò sollecita la sorridente Berta.

— Oh! siete lì voi, disse Tacleton, povera sciocca!

Egli realmente la credeva idiota; non saprei dirvi con quanta ragione l’argomentasse dall’affetto che sempre gli addimostrava.

— E poiché siete lì, come vi sentite? soggiunse Tacleton sempre burbero.

— Oh! bene, perfettamente bene, e felice come voi desiderate che io sia, felice come vorreste rendere ognuno se dipendesse da voi.

— Povera insensata! neanche un’ombra di ragione, mormorò Tacleton, neanche un’ombra.

La cieca gli prese la mano e la baciò; la ritenne alquanto nelle sue, poscia vi poggiò sopra dolcemente lo guancia prima di lasciarla. Vi era in quell’atto tanta inesprimibile affezione e tale fervente gratitudine che lo stesso Tacleton fu commosso e disse in tuono più dolce dell’usato: ebbene, che cosa avete ora?

— Ieri sera andando a letto l’ho collo-