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tela di sacco, che abbiamo descritto, messo accuratamente ad asciugare.

— Come sono contenta che l’abbiate comperato, caro babbo.

— E da che sarto poi, disse Caleb, da quello che serve la gente aristocratica. Cotesto è troppo per un mio pari.

La cieca depose il lavoro per un istante e rise di contento: Dite che è troppo? Ah per voi non vi è nulla di troppo bello.

— Ho quasi vergogna di portarlo, continuò Caleb spiando l’effetto delle sue parole su quel viso illuminato dalla gioia; in parola d’onore, quando sento i monelli dirmi alle spalle: guardalo, che lusso! — io non so proprio dove nascondermi. L’altra sera un poverello non voleva lasciarmi: invano gli rispondevo che era operaio, egli si ostinava a ripetere: No, Eccellenza, Dio benedica vostra Signoria. Ero tutto vergognoso; in verità mi sembrava di non avere il diritto di vestirmi in tal modo.

Felice cieca! come ella appariva gaia nel suo trasporto!

— Io vi veggo, babbo mio, diss’ella battendo le mani, vi veggo come se avessi quegli occhi, che non desidero mai quando mi siete vicino. Dunque un abito azzurro.

— Azzurro chiaro, disse Caleb.