chiamano alla mente le visite del mattino ed i fattorini della posta, ma al postutto non dispregevoli quale ornamento dell’edificio. Ivi erano pure innumerevoli monotoni biroccini, dalle ruote stridenti che girando squarciavano’ le orecchie; non mancavano i violini in miniatura, fischietti, tamburri ed altri istromenti di tortura, nè difettavano i cannoni, gli scudi, le sciabole ed i moschetti. Piccoli saltimbanchi dalle rosse brache si mostravano sempre pronti a saltare l’alta barriera, ed a far capriole il capo in giù, le gambe in aria; vecchi gentiluomini dall’aspetto rispettabile se non venerando, si dimenavano da matti appesi per i piedi dinanzi le porte delle proprie case. Ivi erano animali d’ogni specie e cavalli in particolar modo d’ogni qualità e razza; da un informe barilotto a quattro gambe con una striscia in segno di criniera fino al focoso cavallo da corsa abilmente ammaestrato. Sarebbe stata difficile cosa contare le innumerevoli dozzine di figurine grottesche pronte, ad ogni tirata di spago, a commettere i più assurdi gesti del mondo; nè meno difficile sarebbe stato l’indicare tutte le umane debolezze, le follie, i vizi rappresentati nell’officina di Caleb, da tipi