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proprietarie di cotesti appartamenti, tanto nobili che plebee, giacevano alla rinfusa ne’ cesti, lo sguardo fisso nel soffitto, ma per classificarle nell’ordine sociale e mantenervele, cosa che l’esperienza ha mostrato così difficile nella vita reale, il fabbricante aveva trovato un mezzo da sorpassare la natura stessa spesso fantastica e perversa; non si era affidato alle distinzioni arbitrarie dei raso, del cotone o dei cenci, ma aveva aggiunto tali disuguaglianze intrinseche da non permettere errori. Perciò le membra artisticamente modellate in cera non appartenevano che alle bambole nobili o presso a poco; l’ordine meno alto le aveva di pelle, il terzo di tela, finalmente la plebe dovea restar contenta di stecchini a foggia di gambe e di braccia, e per tal modo si trovava di botto classificata nella sfera inferiore e nella impossibilità di non mai uscirne. Vi erano altri prodotti dell’arte sua nell’officina di Caleb; non mancavano le arche di Noè piene di uccelli ed altre bestie ammonticchiate fino al tetto alla rinfusa e che chiassavano e si dibattevano alla meglio in quel piccolissimo spazio. Per un volo poetico molte di quelle arche erano provviste di campanelli, strani accessorii che ri-