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da quelle strane maniere, che non giungeva a comprendere.
— E le mamme fanno i letti, cantò l’attonita Tilda al suo bimbo, e sotto le berrette vi sono i ricci bruni. E presso il fuoco chi s’è sbigottito? Il mio prezioso bambino.
Con quell’attrazione indescrivibile, che spesso esercitano cose puerili sugli animi dubbiosi e confusi, il carrettiere, che misurava a passi lenti la stanza, accolse a sua insaputa nella mente le assurde parole della fantesca e le ripetè più volte, anzi tante volte, che bentosto le seppe a memoria e le andava ripetendo trasognato a guisa di lezione; mentre Tilda, come usano alcune nutrici, aveva fregata alquanto la nuda testolina del bimbo e gli rimetteva la cuffietta.
— E presso il fuoco chi s’è sbigottito? Che cosa ha sbigottita così lamia Piccina? mormorava il carrettiere passeggiando senza posa.
Egli respingeva da sè con tutto il cuore le insinuazioni del mercante, e nonpertanto esse ritornavano a lui e gli davano un indefinibile tormento; poiché Tacleton era senza altro malizioso, ed astuto, ed egli si stimava uomo di tardo intendimento. Quegli avvisi indiretti gli sembravano una tortura.