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Era un forte grido gettato dalla moglie del carrettiere, un grido subitaneo ed acuto che fece intronare la stanza come una campana di vetro.

Ella si era alzata in piedi bianca come una morta per la sorpresa ed il terrore. Lo straniero era ritto innanzi il fuoco e si scaldava a piccola distanza dalla sua sedia, ma appariva tranquillissimo.

— Piccina, gridò il carrettiere, diletta Maria, che cosa t’avvenne?

Tutti le furono d’intorno in un momento, Caleb addormentato sulla scatola della focaccia sorse ad un tratto senz’aver ricuperata la sua presenza di spirito, afferrò l’Attonita per i capelli, ma tosto le fece le sue scuse.

— Maria, sclamò il carrettiere sostenendola fra le braccia, che cosa hai tu? dillo al tuo amico.

Ella non rispose, ma battè insieme le palme e diè in un selvaggio scroscio di riso. Poscia sfuggendo dalle braccia del marito si gettò a terra e coprendosi il viso col grembiale proruppe in amaro pianto. Quindi rise di nuovo e di nuovo pianse; ed alla fine disse che aveva freddo e si lasciò ricondurre presso il caminetto, dove s’assise