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rosamente presso il fuoco; il suo picciolo mento a pozzette poggiato sulla palma e gli occhi intenti nella fiamma luccicante.

Il carrettiere la guardò, poi si rivolse a lui e da capo guardò l’una e poi l’altro.

— Ella onora suo marito e gli obbedisce senza dubbio, disse Tacleton; io non sono sentimentale, e tanto a me basta. Ma credete voi che vi sia qualche cosa di più?

— Io credo, osservò il carrettiere, che getterei dalla finestra chi dicesse che cotesto è tutto.

— Bravissimo! assentì l’altro con una insolita vivacità. Io sono certo che lo fareste come lo dite. Buona notte, e piacevoli sogni.

Il buon carrettiere suo malgrado si sentiva vinto da un certo scoramento e da una inquietudine vaga, che non riesciva a celare.

— Buona sera, mio caro amico, ripetè Tacleton in modo compassionevole. Ora vado via; la nostra sorte sarà consimile, me ne avveggo: dunque non verrete dimani sera? Non monta; so dove andate a far visita nel prossimo giorno e c’incontreremo là con la mia sposa. Ciò le farà del bene; ne siete contento? Mille grazie. Ma che cosa è questo?