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Ma prima che questa si muovesse già l’uscio erasi aperto da sè, poiché era all’antica e chiuso da un semplice saliscendi, così che chiunque poteva penetrare, e molti infatti entravano, perchè i vicini d’ogni condizione scambiavano volentieri qualche parola col carrettiere, il quale per altro non era un gran ciarlone.

Un omino magro, pensoso, dalla faccia cupa apparve sulla soglia; egli vestiva un pastrano fatto di quella tela di sacco che si adopera per imballatura, e che aveva tolto a prestito a qualche vecchia cassa, poiché nel girarsi che fece per chiudere l’uscio sbattuto dal vento, mostrò sul dorso un G ed un F in grossi caratteri neri, e più sotto un Fragile non meno baldanzoso.

— Buona sera, Gianni, disse l’omino, buona sera, Maria; buona sera, Tilda, e a lei pure, mio incognito signore; come sta il bimbo, e il caro Boxer? Tutti bene, io spero!

— Non c’è male, Caleb, rispose Piccina; in quanto al bimbo guardatelo e il suo visino risponderà per lui.

— Ed il vostro per voi, disse Caleb.

Ma intanto non la guardava; perchè aveva un occhietto incerto e pensieroso che continuamente sembrava errante in altri luo-