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di due righe che interruppe nuovamente e dimandò:
— E quel bimbo è vostro?
Gianni fece un gigantesco segno col capo, che valeva un sì gridato attraverso un porta voce.
— Una bimba?
— Un ma...a...schio! urlò Gianni.
— Molto piccoletto, eh!
Qui intervenne la signora Peribingle. Due mesi e tre giorni! Vaccinato da sei settimane! L’innesto ha preso a maraviglia! Una bellezza di bimbo, al dire del dottore! Pare di cinque mesi! capisce tutto, è un portento! Voi non lo credete, ma già sgambetta maravigliosamente.
E la povera mammina senza fiato per aver strillate coteste frasi concise nell’orecchio del vecchio signore fino a far di porpora il suo bel visino, gli presentò il bimbo qual prova trionfante e irrecusabile, mentre l’attonita Tilda gridando con voce melodiosa: — Oh! bello, bello! saltellava come una capretta intorno all’inconsapevole innocente.
— Mi pare che vengano a cercarlo, disse Gianni, qualcuno bussa: Tilda, andate ad aprire.