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non fosse fuggito via col carro; e quindi lo teneva da vicino afferrandolo per le ghette e non volendo saperne di lasciarlo.

— Voi siete un gran dormiglione, caro signore, disse Gianni poiché fu ristabilita la quiete; e mentre egli parlava, il vecchio signore stava ritto, immobile, col capo scoperto, in mezzo alla stanza. Ero quasi per chiedervi che ne faceste degli altri sei dormienti. Ma cotesta sarebbe una celia ed io non ardisco dirla; benché questa volta sia stato proprio lì lì, aggiunse ridendo.

Lo straniero aveva lunghi capelli bianchi, lineamenti pronunziati e singolarmente belli per un vecchio, occhi neri, vivaci e penetranti. Guardò attorno con un sorriso poscia s’inchinò gravemente alla padrona di casa.

La foggia del suo bruno vestito era assai antiquata. Teneva nella destra un grosso e rozzo bastone; lo battè sul pavimento ed esso si aprì e divenne un sedile. Egli vi si assise con la maggior flemma del mondo.

— In tal modo, disse il carrettiere rivolgendosi alla moglie, io l’ho trovato sull’orlo della via, immobile come un pilastro e sordo quasi del pari.

– Seduto all’aria aperta?