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illusione che ad ogni pasto sentiva un robustissimo appetito, non richiamò neanche un sorriso sul pallido volto della giovane sposa, che all’impiedi fra i pacchi spingeva lentamente col piede la focaccia senza alzar mai gli occhi, ma questi non si affissavano sui suoi graziosi calzari, dei quali pur soleva mostrarsi curante e vana. Ella rimaneva là ritta senza darsi pensiero del thè e di Gianni, benchè questi la chiamasse e battesse sulla tavola col manico del coltello per farla scuotere, e così stette finchè egli si levò e le toccò la spalla. Allora ella lo guardò un istante, poi corse al suo posto ridendo della sua distrazione; ma non era più il riso di prima: il ritmo e l’armonia erano affatto diversi.
Il grillo anch’esso taceva; la stanza non era più allegra come prima: tutto pareva mutato.
— Questi sono tutti i pacchi, Gianni? diss’ella dopo lungo silenzio occupato dall’onesto carrettiere all’illustrazione pratica della prima parte della sua favorita affermazione.
Il fatto è che egli mangiava; ma che mangiasse poco non pareva abbastanza provato.
— Dunque, son qui tutti i pacchi?
— Sì, tutti; ma che dico, riprese ad un