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temeva che non avresti mai saputo amarmi, benché mi sembrasse che tu cercassi di apprenderlo; ebbene! quel dolce cri, cri, mi rincorava, mi ridava coraggio e confidenza. Questa sera mentre ti attendeva, diletto mio, io ripensava a tutte queste cose che mi rendono caro il nostro piccolo grillo!

— Anche a me esso è caro, soggiunse Gianni. Ma tu scherzi! Io cercava, io sperava di poterti amare? Io t’amava assai prima di condurti qui, Piccina mia, e di farti padrona del piccolo grillo.

Ella gli posò la mano sul braccio e lo guardò commossa come se avesse avuto da dire qualche cosa. Un momento dopo era in ginocchio dinanzi la cesta, parlando con voce animata e tutta affaccendata dei pacchi.

— Non sono molti questa sera, ma ho visto di grossi involti sul carro. Se quelli ci danno maggior disturbo danno maggior profitto; in tal modo non abbiamo da lagnarci, non è vero? Del resto ne avrai già consegnato un buon numero per via.

— Infatti rispose Gianni, ne ho consegnati parecchi.

— E che cosa vi è in questa scatola tonda? Scommetto quasi che vi sia una focaccia da nozze.