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ficile, perchè le cose andavano per lo meglio.
— Ed il grillo diceva il vero, caro Gianni, poichè tu sei il migliore, il più affettuoso, il più corrisposto dei mariti. La nostra casetta è un vero paradiso, ed io amo il nostro piccolo grillo per l’amore di questa.
— Anch’io, disse il carrettiere, anch’io gli voglio bene.
— Io l’amo, perchè l’ho inteso tante volte e sempre la sua innocente armonia ha risvegliato nella mia mente tanti dolci pensieri. Sovente sul tramonto, quando io mi sentiva un poco solitaria e mesta di cuore, prima che fosse venuto il nostro bimbo a tenermi compagnia e far gaia la casa; quando m’accadeva di pensare come t’avrei lasciato soletto se fossi morta, ed alla grande pena che avrei provata nel doverti abbandonare, allora dal focolare domestico sorgeva una piccola voce tanto soave, tanto cara, e per essa la mia tristezza svaniva come per incanto. Ed in quel tempo, caro Gianni, io aveva tante paure; era giovinetta assai e dubitava che il nostro matrimonio fosse male assortito. Mi pareva di essere una vera bimba, mentre tu eri tanto assennato da sembrare un mio tutore anzichè mio marito;