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— Oh! oh! disse Gianni con la solita flemma; egli è più gaio del solito stasera.

— È segno di gioia, caro Gianni; esso sempre ci ha portata buona fortuna. L’avere un grillo sul focolare è il caso più fortunato del mondo.

Gianni la guardò come se avesse voluto dire che ella era il suo grillo e la sua fortuna; ma al solito gli venne meno l’inspirazione e nulla disse.

— La prima volta che io ascoltai il suo allegro canto fu la sera che tu mi conducesti in questa mia nuova casa per qui regnare da assoluta padroncina. S’avvicina l’anno, te lo ricordi?

— Oh! sì; che Gianni lo ricordasse lo giurerei.

— Quel suo grido pareva mi desse il benvenuto; sembrava così pieno di promesse e d’incoraggiamenti, sembrava dire: egli sarà buono ed affettuoso con te, nè si aspetterà (cotesta, Gianni, era la mia maggior paura) di trovare una testa assennata sulle spalle della sua sposa pazzerella.

Gianni pensosamente le accarezzò la spalla ed il capo e pareva dicesse: no, no, io non mi aspettava nulla di simile, ma desiava le cose come or sono. Nè si mostrava dif-