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ni, il più caro e diletto babbuino che si possa dare.

Gianni non disputò i suoi titoli, ma se ne andò a vedere se il garzoncello che passava e ripassava dinanzi la porta e la finestra, e che la sua lanterna faceva rassomigliare ad un folletto, prendesse le debite cure del cavallo. Questo, meglio nutrito di quel che a voi sembrerebbe, quand’anche ve ne dessi la misura, era peraltro tanto vecchio che il suo giorno natalizio si perdeva nelle tenebre della antichità. Boxer poi che doveva carezze a tutta la famiglia, cercava di essere imparziale, ed usciva ed entrava con una irrequietezza da stordire. Ora latrando girava attorno al cavallo, mentre questo veniva strigliato alla porta della stalla; ora fingeva di slanciarsi sulla sua padrona e subitamente si arrestava per rotolarsi a’ suoi piedi; ora cogliendo il destro strappava un grido di spavento alla povera Tilda seduta sul suo sgabello presso il fuoco, che ad un tratto si sentiva un muso freddo sulla guancia; poscia bisognava respingerlo perchè troppo tenero del bimbo, ed alla fine fatto un giro attorno al focolare, pareva aver trovato un sito acconcio ed essersi adagiato per l’intera notte; ma in men che non si