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no? nè fu possibile strapparle altra frase infuori di questa: chiudetemi nella tomba! parole tanto più assurde, chè ella non era morta, nè vicina a morire. Dopo qualche tempo ella cadde in una spaventevole calma ed osservò che da quando disastrose cagioni avevano menato a male il commercio dell’indaco, aveva bene immaginato che nella restante vita sarebbe di sovente esposta alle contumelie, ed ora vedeva con piacere avverarsi la sua predizione. Poscia pregò che non le si ponesse mente; chi era ella mai? Un nulla, uno zero! Dimenticassero che viveva ancora e menassero pure senza di lei quel genere di vita che credessero il migliore. Ma dall’amaro sarcasmo ella tosto passò all’ira e pronunziò questo memorabile detto: che il verme si raddrizza sotto il piede che lo calpesta; poi dolcemente commossa soggiunse che se l’avessero creduta degna d’una confidenza, avrebbe forse dato buoni suggerimenti!
Profittando di quell’istante di tenerezza la deputazione le saltò al collo, l’aiutò a mettersi i guanti, ed ella vedendo così immacolata la sua dignità consentì alla fine di pigliar la via della casa Peribingle portando avvolta nella carta la sua cuffia di parata quasi alta quanto una mitra e tesa del pari.