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la neve, ma neanche acqua sciolta, nè voi potete dire come stanno le cose o come diventeranno; ma egli è là, egli viene, egli giunge!»
E qui, se non vi spiace, lasciamo che incominci anche il grilletto e che si metta anch’esso nel coro con un cinguettìo altero e gagliardo e con una voce sì meravigliosamente sproporzionata alla sua natura, a fronte di quella del paiuolo (ma che dico statura? era impercettibile), che se fosse scoppiato come una bomba, se il suo corpicciuolo si fosse franto ad un tratto in mille pezzi, avreste trovata la cosa naturalissima e degna de’ suoi sforzi.
Benchè il paiuolo non fosse più solo a cantare, pure continuò con lo stesso ardore; ma il grillo prese a fare la prima parte e la sostenne. Buon Dio! che strilli! la sua voce acre, stridula e penetrante intronava la casa e si faceva strada fra le tenebre di fuori come una stella. Ed al punto culminante, eccoti un tremulo ed un trillo da farti credere che nel suo entusiasmo l’animaletto unisse il ballo alla canzone. Ora l’accordo del paiuolo e del grillo era perfetto; il loro ritornello era sempre lo stesso, ed entrambi gli emuli lo spandevano all’aria sempre più gagliardo.