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Caleb? Non l’avete intesa per lo innanzi? sclamò Piccina.

— Se mio figlio dell’America del sud vivesse..., disse Caleb tremante.

— Vive! gridò Piccina, togliendoli la mano dagli occhi e battendo palma a palma con giubilo; guardatelo, eccolo innanzi a voi sano e robusto. Il vostro proprio e diletto figlio; il tuo vivo, amato fratello, Berta!

Onore ai trasporti di gioia della gentile creatura, onore alle sue lagrime ed al suo riso quando que’ tre furono allacciati in un medesimo amplesso. Onore alla cordialità con la quale corse incontro all’abbronzato marinaro da’ neri capelli e non rivolse altrove la rosea guancia, ma si lasciò con tutta franchezza baciare e stringere sul cuore palpitante. Ed onore anche al cuculo, e perchè no? Esso uscì precipitosamente dall’usciolino del palazzo moresco come un ladro in flagrante e singhiozzò dodici volte innanzi la compagnia come se fosse ebro di gioia.

Il carrettiere entrò, poi retrocesse, stupito non senza ragione di trovarsi in sì numerosa compagnia.

— Gianni, guarda, disse Caleb con aria di trionfo; guarda il mio figliuolo di Ame-