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— È una povera casa, Berta mia; misera, nuda e tale che mal vi preserverà dal vento e dalla pioggia un altro inverno. Essa è tanto mal riparata dalle intemperie, continuò Piccina con voce chiara ma lenta, quanto il tuo povero babbo nel suo abito di tela di sacco.

Agitatissima la cieca si levò in piedi e tirò da banda la moglie del carrettiere.

— Quei doni carissimi che mi giungevano a seconda de’ miei desideri e de’ quali prendevo tanta cura, disse ella tremante, da chi erano inviati, da te forse?

— No.

— Da chi dunque?

Piccina vide ch’ella già lo pensava e tacque; la cieca nuovamente si celò il volto nelle mani, ma con animo già mutato.

— Cara Maria, un momento, un momento! Vieni qui, parlami sommesso. Tu sei veritiera, tu non puoi ingannarmi, non è vero?

— No, Berta; sta sicura.

— Mi affido in te che sempre ti sei mostrata meco pietosa. Guarda da quel lato, ivi è mio padre, mio padre tanto compassionevole ed amoroso per me, e dimmi ciò che vedi.