Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 136 — |
anche voi, babbo. Intorno a me nulla vi ha di leale, di sincero quanto ella; se ora mi fosse ridonata la vista, io le correrei incontro prima che si pronunziasse una parola e perfino nella folla riconoscerei la mia buona sorella!
— Berta, interruppe Caleb, ho qualche cosa che mi pesa sul cuore e voglio dirtelo mentre siamo noi tre soli. Ascoltami benignamente, ho una confessione da farti, o mia diletta.
— Una confessione, babbo?
— Mi sono allontanato dalla verità e mi sono perduto, figlia mia, disse Caleb con dolorosa espressione: mi sono allontanato dalla verità, credendo farti del bene, e sono stato crudele.
Ella si rivolse costernata e ripetè: crudele?
— Egli si accusa con troppa severità, cara Berta, disse Piccina; or ora lo comprenderai e sarai la prima a dirglielo.
— Egli crudele con me? ripetè Berta con incredulo sorriso.
— Sì fui, diletta figlia, disse Caleb, ma senza premeditazione: fino a ieri lo ignorai io stesso. Odimi e perdona, mia povera cieca; il mondo nel quale tu vivi, cuor mio,