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Ciò diveniva per lo meno insopportabile; lo stesso manico assumeva un’aria di sfida, ed il becco rialzandosi in modo impertinente, pareva dire motteggiando: non voglio bollire; nessuno può pretenderlo da me!

Ma la signora Peribingle aveva ripreso il suo buon umore; si fregò le manine e si assise ridendo dinanzi il paiuolo. In questo mentre rallegra fiamma s’elevò e ricadde, subitamente illuminando il piccolo mietitore sulla vetta dell’orologio olandese, sicchè pareva quasi che egli se ne stesse fermo davanti al suo palazzo moresco e la sola fiamma fosse in movimento.

Pure invero egli si moveva ed aveva due scosse al secondo, nè più nè meno. Ma allorchè l’ora fu prossima a scoccare, le sue contorsioni divennero proprio spaventevoli; ed allora un cuculo apparve ad una delle porte del palazzo e cantò sei volte con voce sepolcrale, dimenandosi in modo che pareva un qualche peso lo tirasse per le gambe.

Non fu che dopo violentissime scosse ed infernale fragore di ruote e pesi ad esso ben necessari, che lo spaventato mietitore ritornò in se stesso; nè egli si affannava senza ragione chè quelle rumoroso e dislocate macchine d’orologi sono sconcertate assai nei