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recchio al linguaggio del tuo focolare domestico.

— Preghi per lei? chiese il carrettiere.

— Tutto prega per lei nelle pareti domestiche, rispose il grillo, e la verità detta la loro prece.

E mentre il carrettiere con la testa fra le mani sedeva meditando, la visione gli stava ritta dinanzi, governava i suoi pensieri e li rifletteva come in uno specchio. Quella visione era sterminata: dalle pietre del focolare, dalla cappa del camino, dallo orologio, dalla pipa, dal paiuolo e dalla culla, dal pavimento, dalle mura, dal soffitto e dalla scala, dal carro di fuori, dalla credenza di dentro, da ogni utensile domestico, in una parola, da tutto ciò che parlava in lei all’anima dell’infelice marito, scaturivano miriadi di fate. Esse non si fermarono innanzi a lui come il genio di prima, ma si affaccendarono in varia guisa onorando in ogni cosa l’immagine di Piccina. Esse circondavano Gianni per mostrargliela, poi correvano a lei, la abbracciavano, gettando fiori dov’ella passava e delle loro mani intrecciate facevano corona alla sua bionda testa. In ogni atto mostravano il loro affetto per lei, come se fra esse non vi fosse