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servo, signora Fidilng; vi piacerebbe giuocare una partita? Reca il tavolino da giuoco con le carte, Piccina, ed anche un bicchiere di birra, se ne resta.

La vecchia signora accettò la sfida, con degnevole prontezza e tosto incominciò la partita. Da principio il carrettiere guardava attorno sorridendo, chiamava, Piccina ed ora le mostrava le proprie carte disopra la spalla, ora le chiedeva consiglio, ma l’avversaria era formidabile e per giunta, forse involontariamente, segnava più punti che non ne facesse: ed egli allora divenne vigilante, nè ebbe più occhi nè orecchie per ciò che accadeva nella stanza. Inconscio di ogni altra cosa, era tutto alle carte quando una mano si posò sulla sua spalla, la mano dello scrupoloso Tacleton.

— Dolente di distogliervi; una parola subito.

— Spettano a me le carte, rispose il carrettiere è il momento decisivo.

— Decisivo infatti, disse Tacleton; uomo, seguitemi.

Vi era un non so che nella sua pallida faccia che fece levar l’altro immantinente in chiedere spaventato che cosa fosse avvenuto.