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l’usato lavoro della sera: ma il povero uomo non riusciva a nulla, tanto l’assediavano i rimorsi e l’inquietudine. Era commovente vederlo inoperoso sullo sgabello da lavoro, sempre gli occhi fissi nella figliuola, e quasi pareva che quello sguardo ripetesse: l’ho dunque ingannata dalla culla per ferirla nel cuore!
A notte buia fu preso il thè e Piccina lavò tosto le tazze e le rimise in ordine. Ma perchè tacere ciò che va detto? Si avvicinava l’ora della partenza e ad ogni lontano muovere di ruota si supponeva che fosse il ritorno del carrettiere; perchè i suoi modi apparivano ora tanto diversi, perchè mutava colore e non trovava più requie? Non era quella l’agitazione d’una buona moglie che aspetti il marito; no, no! Ben altra cagione la faceva cotanto inquieta.
Le ruote risuonano; ecco i passi del cavallo, i latrati del cane; que’ vari suoni gradatamente si accostano: ecco Boxer che raspa all’uscio.
— Di chi sono cotesti passi? gridò Berta che si levò tutta tremante.
— Questi passi? ripetè il carrettiere apparendo sulla soglia, il viso rosso dal freddo