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ed in Genova; oggi la reazione aver fatto anche un primo passo verso il trionfo in Toscana.

Passò poi a provare come tali avvenimenti non debbono e non possono menomamente influenzare nella nostra via. Noi esser oggi quello che eravamo ieri.

Occorrere, in ogni modo, un raddoppiamento di forze a misura che le notizie infauste verrano crescendo; un triplicamelo di energia per parte del Triumvirato per prevenire qualunque tentativo venisse dall*interno o dall’estero per involgere anche noi nell’anarchia e nella guerra civile.

Chiedere però all’Assemblea che dichiari solennemente che, se pure crollasse tutto il mondo intorno a lei, l’Assemblea ed il principio che essa rappresenta non crollerà. Essa siede a nome del popolo e starà ferma al suo posto, in nome della Repubblica che ha proclamata, e che l’ultimo grido e l’ultima parola (se venisse occorrenza di un ultimo grido) sarà eguale al primo che ha proclamato (applausi).

Propone, infine, che sia redatto un proclama diretto al paese, in appoggio di altro che uscirà dal Triumvirato (che desidera una parola d’incoraggiamento ed un rinnovamento di un voto di fiducia), il quale confermi e dica al paese quello che ha giurato con questi applausi, e che se non vuole avvilirsi al tradimento ed alla codardia, il paese starà, ed allora nessuna potenza, nessuna forza potrà rovesciare il paese, mentre due milioni di uomini hanno forza da schiacciare qualunque reazione interna ed esterna.